Vi racconto una storia.
Maria era la mia nonna italiana, la madre di mio padre.
Una vita abbastanza avventurosa la sua dato che, a 20 anni si è sposata per poter fuggire a Buenos Aires con mio nonno Antonio, ricco possedente terriero del Bresciano.
Sono fuggiti perché la famiglia di mio nonno non accettava questo matrimonio con una contadina, anche se le terre erano comunque sue.
Erano tutti e due bellissimi, lui altissimo, quasi due metri, fisico scolpito, naso e labbra prominenti, ambizioso e testardo. Lei piccola, delicata, con lunghissimi cappelli biondi, viso perfetto.
In Argentina mio nonno ha fatto subito fortuna con i trasporti, nel giro di 5 anni aveva una delle flotte di camion per trasporti più importanti della capitale.
Purtroppo è morto a 40 anni di leucemia.
Mio padre, che aveva a quel tempo 15 anni, (mia zia 8 mesi), si è messo a lavorare tutte le notti con un tornitore. Da li in poi, a 21 anni aveva la prima azienda produttrice di condizionatori in Argentina, la vecchia Surrey-plametal (forti questi uomini della mia famiglia!).
Ve la faccio breve, mia zia, in un viaggio in Italia ha conosciuto mio zio, si è sposata con lui e mia nonna è andata a vivere con lei a Trento.
Mio padre, dopo tante scorribande da bon vivant, ha deciso di sposarsi a 38 anni con mia mamma.
Mia nonna veniva a stare con noi dei mesi a Buenos Aires e, ogni tanto, tra un risotto alla milanese emozionante, un ossobuco e una polenta e osei, diceva: hoy voy a fare la busecca!Mia nonna Maria era la massima espressione del itañol parlato, un vero delirio da mal di testa.
E lì si metteva a cucinare e cantare canzoni del nord tipo mazzolin di fiori, stella alpina ecc, quando di colpo ( ogni volta) irrompeva con 'o surdato 'nnammorato e, davvero questa, anche se abbiamo sempre voluto delle spiegazioni, non la abbiamo mai capita ;))
Diceva mia nonna che la busecca è come il ragù, ognuno ha la sua ricetta, la sua era dolcissima per la forte presenza di carote, con una buona acidità data dai pomodori. Lei utilizzava un buon brodo di carne e verdure, molto sapido. Non serve dire che adoro questo piatto :))
Un'altra volta vi racconterò la storia di mia nonna Lucia, che con il suo matrimonio combinato, davvero, non era da meno!
Ingredienti per 2:
500 g di trippa di vitello
3 carote grosse tagliate a cubetti piccoli
1 grossa cipolla tagliata sottile
3 foglie d alloro
2 denti d'aglio schiacciati
4 pelati
1 tazza di sugo di pomodoro
1 litro di brodo di carni e verdure miste già salato
100 g di pancetta dolce tagliata a cubetti
olio evo
sale q.b.
pepe q.b
grana padano grattugiato
Lavare e pulire molto bene la trippa, lasciarla a bagno qualche ora cambiando l'acqua spesso. Risciaquarla e tagliarla a striscioline sottili.
In una casseruola imbiondire l aglio e la cipolla in due cucchiai d'olio, aggiungere la pancetta e poi la trippa mescolando sempre bene per insaporire il tutto. Aggiungere i pelati e le carote e, finalmente il sugo di pomodoro, l alloro e la meta del brodo che deve coprire appena tutti gli ingredienti. Coprire e far sobbollire per 2 ore e mezza - 3 ore sino a che la trippa sia molto morbida. Aggiungere man mano del brodo rimanente.
Aggiustare di sale e pepe, servire con del grana.
Un abbraccio, buon week end a tutti:)
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Che bella questa storia.....emozionante come sanno essere solo le storie dei tempi trascorsi..e dei nostri nonni!!! E la ricetta, buonissima!! Ciao ciao!!
RispondiEliminaBellissima storia, mi ricorda i libri di Isabel Allende! La busecca mi piace tantissimo, anche la mia versione è bella dolce e "carotosa". Grazie per il racconto e la ricetta. A presto, Babi
RispondiEliminaAnche io da poco l'ho riscoperta e mi piace davvero tantissimo! Baci
RispondiEliminaAnche la mia nonna, la nonna che amavo tanto e ho perso troppo presto, si chiamava Maria. Mi sono commossa a leggere la tua storia :) Un bacione, buon we
RispondiEliminaBella la storia, mi hai intenerito.
RispondiEliminaBuona la trippa, non l'ho mai cucinata così ma la proverò.
Buon fine settimana
Mandi
Ciao, mi fa molto piacere conoscerti. La mia nonna paterna e' nata in Brasile, a San Paolo, da genitori italiani, bergamaschi, emigrati. Anche a casa mia la trippa si chiama buseca. Bellissima storia. Come sempre il cibo racconta. Buon week end, a presto
RispondiEliminaQue buena pinta!
RispondiEliminaUn saludo,
María
che bella storia !
RispondiEliminacomplimenti, è davvero deliziosa! un bacio :)
RispondiEliminaquesta storia è muy carina.
RispondiEliminaSEcondo me tua nonna ha origini partenopee perchè anche mia mamma napoletana usa il termine busecca per chiamare la trippa ciao
che bella storia Pat,piena d'amore e di bei ricordi...la ricetta non la conoscevo e ti ringrazio..un bacione....
RispondiEliminache bella storia Patricia! le storie di vita mi emozionano sempre...!
RispondiEliminasono rimasta affascinata dal tuo blog e ti seguirò spesso... :)
un abbraccio
Gloria
www.paroleripiene.com
Quanto mi piacciono le storie di vita e visto che della tua nonna tu mi hai già parlato sul treno in direzione Zurigo, era un poò come conoscerla già. Ma la sua ricetta, beh, quella è una piacevole scoperta. Un bacio grande tesoro...a presto.
RispondiEliminaCiao! Capito per caso nel tuo blog e mi ritrovo a leggere una teneressima storia, poi mi ritrovo una gustosissima ricetta... Davvero complimenti!
RispondiEliminaBello questo tuo racconto e anche la Ricetta ciao
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