Ricordo che a Identità Golose, un bravissimo chef, molto attento ad una gastronomia di territorio fece una differenza tra ingrediente e sostanza.
Per me, la sostanza per eccellenza é la mozzarella di bufala campana.
Quasi un miracolo.
É una sostanza che, di nascita, non mi appartiene, ho dovuto conoscerla, apprezzarla ma dopo, niente é uguale.
É come quando, in Argentina, (senza presunzioni) mangi un bife de chorizo. Difficile da dimenticare il gusto, i profumi nuovi che sanno di Pampa, d'erba e di erbe, la consistenza succosa, la morbidezza, la incredibile leggerezza finale che ti rimane, la bocca buona. Nessuna carne sarà più la stessa.
Ho avuto la fortuna di partecipare per il secondo anno consecutivo al congresso "Le strade della Mozzarella". Sono stata selezionata insieme ad altre 14 food blogger con questa ricetta.
Esserci, per me, é stato come vincere il premio finale alla migliore ricetta che, quest'anno, ha vinto la bravissima Maria Grazie Viscito.
60 chef hanno dovuto creare almeno una ricetta con la mozzarella, l'oro bianco.
Difficile impresa dato che la mozzarella, dicono le voci più autorevoli, va rielaborata il meno possibile, meglio ancora lasciata in purezza senza privarci del morso umido e lussurioso che sprigiona sensazioni lattiche unite a sentori rustici, di bufala appunto, tanto caratteristiche quanto amate.
Tanto utilizzo di mozzarelle in carpaccio ma anche vellutate, aree, schiume e rielaborazioni che possono contenere piacevole sorprese all'interno, come la mozzarella con l'ostrica di Antonino Cannavacciuolo.
Un altro piatto dello chef Cannavacciuolo: il tonno vitellato. Sorprendente. Buonissimo.
Largamente utilizzata l'acqua di governo (che a me piace moltissimo) in diverse preparazioni, come i raviolini di bufala di Niko Romito, in brodo di acqua di governo leggermente addensata con l'amido di mais e aromatizzata con del pepe nero e polvere di capperi, semplicità sofisticata.
Largo anche l'abbinamento mozzarella-pesce.
Heinz Beck. Mozzarella, ricciola, polvere di olive nere e neve di pomodori del Vesuvio
Ilario Vinciguerra. Baccalà, pomodori confit, riso stracotto e soffiato e area di provola
Prodotti dell'orto campano, come carciofi oppure melanzane, qui due piatti davvero notevoli.
Oppure un'altro piatto di Heinz Beck: "Sottobosco"
Qualche scatto, bellissimi ricordi insieme alle mie amiche di viaggio.
La piacevolissima colazione a "Gli Oleandri" sul bordo piscina.
Treccione di mozzarella sublime
Fritti espressi, queste sono le zeppole cilentane, portate al mio tavolo dalla gentilissima padrona di casa, Antonietta Pagano.
A prestissimo con l'ultimo giorno.
Una intera giornata dedicata alla pizza italiana e una visita a una antica tenuta da sogno, a Battipaglia.
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leggere il tuo racconto mi ha fatto rivivere la tre giorni a Paestum, che bella esperienza :)
RispondiEliminaa presto, cara :)
un bacio
Grazie Valentine! A presto :)
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