Settembre a Capri #1. Hotel Punta Tragara e Ristorante Monzú



Non ci sono parole che possano plasmare sulla carta le sensazioni e le emozioni che si possono provare al cospetto di certi luoghi.
Difficile poter descrivere un soggiorno a Capri quando già poeti, musicisti e filosofi hanno lasciato indelebili opere, magnifici racconti di un posto unico, amato, ammirato e desiderato da tutti noi comuni mortali.


Corre il mese di Settembre e sono proprio qui, a Capri. 
In questo periodo i ritmi dell'isola sono meno frenetici. Si riesce a stare a tu per tu con l'isola, a percepire la sua storia millenaria, la sua natura imponente ci ricorda l'anima forte e saggia del luogo, che forse non si trova in piazzetta ma si percepisce guardando l'intenso blu del mare che si perde nell'orizzonte. Un mare apprezzabile non solo per la sua bellezza unica ma come antico crocevia di culture diverse, ognuna delle quali hanno lasciato un segno indelebile e hanno dato vita alla vera essenza di Capri: la Grecia antica, l'importanza politica e militare dell'isola nell'Impero Romano dove, prima Ottaviano e poi Tiberio fecero di Capri la loro residenza, determinandone lo sviluppo urbano e architettonico, le incursioni barbariche e la minaccia ottomana, la Capri intellettuale ai tempi dei Borboni e la sua consacrazione definitiva a fine '800 come meta turistica di élite.



Dal mio terrazzo contemplo il mare riflettendo su tutto questo. Non posso dimenticare che mi trovo in una meravigliosa villa, anche essa piena di storia.
Sono all'Hotel Punta Tragara, già Villa Vismara.



L'ingegnere Vismara, nel 1920, costruì a Capri la sua Villa privata su indicazione del famoso Architetto Le Corbusier, scegliendo uno dei panorami più belli dell'isola: il Belvedere Tragara, a picco sul mare, direttamente affacciato sui faraglioni.
Si ricorda la riflessione di Le Corbusier sul linguaggio architettonico della villa: "una emanazione della roccia, una filiazione dell'isola, un fenomeno vegetale, quasi un lichene architettonico, cresciuto sul fianco di Capri".


Presto Villa Vismara divenne il vero centro culturale dell'isola, ospitando personalità del mondo dell'arte e della cultura. Famosa la sua biblioteca storica e la sua sala di musica. L'ingegnere Vismara fu un vero mecenate della sua epoca, nonché uno dei protagonisti dello sviluppo turistico di Capri: costruì la centrale termoelettrica per la funicolare e il grande albergo Quisisana.





La villa, nella seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco alleato di Salerno, divenne rest camp dei militari della aviazione statunitense, con ospiti illustri come il Gen. Eisenhower e Sir Wiston Churchill.



Nel 1968 il Conte Goffredo Manfredi, noto industriale e ingegnere romano, acquistò la Villa per trasformarla nell'odierno Hotel Punta Tragara, un 5 stelle Lusso davvero speciale.
Un piccolo paradiso incastonato nelle rocce, dove si può godere di un meraviglioso panorama sui faraglioni e sulla Baia di Marina Piccola, a soli 15 minuti a piedi dalla Piazzetta, percorrendo una delle passeggiate più suggestive di Capri; l'hotel Punta Tragara forma parte del gruppo Small Luxury Hotels of the World.



Recentemente ristrutturato, ha mantenuto l'atmosfera di un' elegante villa di famiglia.
Oggetti, arredamenti di antiquariato e le meravigliose pavimentazioni di Villa Vismara dialogano armoniosamente con prestigiosi pezzi di design, creando un ecletticissimo colto, personale e raffinato.



Le 44 camere e suite dell' hotel sono arredate in modo diverso, ognuna é unica e da tutte si può godere di vista panoramica dal terrazzo privato.
Gli arredi sono perfettamente in linea con il paesaggio circostante, i toni del beige illuminati da un sapiente progetto di illuminazione e dal bianco candido, creano atmosfere rilassanti e di classica eleganza.


Unica nel suo genere, la suite Penthouse. Un unico spazio di 90mq, sulle note di un pop chic, il letto rotondo e i toni del bianco e argento futurista si smorzano di fronte a un grande divano bianco di inspirazione Chesterfield - che ci ricorda dove siamo - e una modernissima vasca, anche essa di linee arrotondate, con vista diretta sui faraglioni.





Spettacolari le due piscine - una di acqua calda - in prospettiva si confondono con il mare, come sospese, creando contrasti di colore e atmosfere uniche sulla Baia di Marina Piccola. 



Qui si trova il Bar "La Pergola" ideale per rinfrescanti drink a bordo piscina e suggestivi aperitivi godendo di giochi di luce e tramonti mozzafiato.

Naturalmente l'hotel dispone di una SPA a 5 stelle, con trattamenti che possono soddisfare ogni richiesta, in piú, per chi non può abbandonare neanche un giorno gli allenamenti sportivi, troviamo una modernissima e attrezzata palestra che conta anche le attrezzature Kinesys della Tecnogym.


L'Hotel Punta Tragara, annovera due ristoranti di qualità altissima, uno é il Ristorante Monzú, che si trova all'interno della struttura, il secondo é il Ristorante Mammà, firmato Gennaro Esposito, ubicato vicinissimo alla piazzetta. La cucina é affidata allo chef Salvatore La Ragione, collaboratore storico di Gennaro Esposito. L'esperienza culinaria del Mammà é stata esaltante e vi racconterò tutto nel prossimo articolo (Capri ne merita più di uno!).
Oggi invece mi dedico al Ristorante Monzú.


L'executive Chef Luigi Lionetti, giovane caprese Doc, dopo le Scuole Alberghiere di Capri e Pescara, ha svolto importanti esperienze lavorative anche con Gennaro Esposito.

Chef Luigi Lionetti

La sua cucina non si limita solo al territorio ma vola libera e consapevole, mai banale, mescolandosi con inebrianti profumi capresi e sostanze che ci ricordano che fortunatamente siamo in Campania. Una cucina pensata, estremamente leggera, riempie i sensi in un connubio raffinato ma vigoroso di contrappunti, sentori, sapori, ricordi e suggestioni, il tutto affinato con una tecnica ineccepibile e l'altissima qualità delle materie prime.

Tonno scottato alla Puttanesca.

Medaglione di astice su mela verde con sedano e zenzero

Capasanta in zuppetta di arance, sabbia di olio extravergine e pesto di taggiasche

I meravigliosi risotti del Sud:
Risotto scampi, burrata, capperi e lime

Raviolo di sfoglia all'uovo, ripieno di mozzarella di bufala in guazzetto di tartufi di mare


Scorfano scottato su crema di fagioli controne, germogli, spinacine e nocciole.
Piatto eccellente, cottura del pesce da manuale

Agnello cotto con aromi, a bassa temperatura su crema di topinambur  e cipollotto nocerino.
Agnello superbo per consistenza, sapore e abbinamento.


Dolce freschezza, cialda croccante di mandorle, il primo e perfetto finale dolce: 
Sorbetto al mojito in cialda di mandorle e limone 

Procede in linea il Maestro Pasticciere del Monzú, Riccardo Ragozzino, offrendo dolci vibranti di profumi, freschi, con diverse consistenze in grado di divertire il palato e risvegliarlo, come una deliziosa sferzata d'energia che ci invita a continuare con una golosa (é proprio il termine giusto) piccola pasticceria finale, dove cioccolato, sentori di limone, mandorle e frutta giocano tutti insieme con delle meravigliose zeppoline di patate che per me sono diventate un must.

Il pasticciere Riccardo Ragozzino e Antonio Andreozzi

In perfetta sintonia la squadra di cucina, che ho conosciuto personalmente: Francesca Scotti, Antonio Andreozzi, Michele Molaro, Salvatore Miranda e Francesco Federico, bravi professionisti e bravissime persone.



In questa cornice di magica eccellenza, é da sottolineare la squisita accoglienza e il servizio garbato e impeccabile da parte di tutti i componenti dell'hotel che, insieme ai piatti del Ristorante Monzú, hanno superato ogni mia - già alta - aspettativa.

Al mio arrivo, accoglienza in camera con Champagne e la deliziosa caprese al limone di Riccardo Ragozzino

Non dimentico mai il personale di Sala, per me importantissimo. Sono convinta che la più meravigliosa delle cene senza un perfetto savoir faire in sala, sbiadisca irreparabilmente l'effetto finale. La gentilezza spigliata del Maître Carlo Esposito, il Sommelier Peppe Ciuccio che mi ha dedicato un ottimo Bellini e la delizia di essere assistita a tavola da Sabrina Massa e Gianluca Colle, hanno reso le mie cene una esperienza culinaria completa di anima e cuore.
Niente è gridato ma sussurrato e sembra ancora udire tra le mura, la dolce voce della mai dimenticata Contessa Enrica Manfredi, che ebbe un ruolo fondamentale nel consigliare la direzione nella difficile arte dell'ospitalità.



Come regalo direttamente dagli chef del Ristorante Monzù per voi, nei prossimi post vi darò la ricetta del Risotto con scampi, burrata e limoni (strepitoso) dello Chef Lionetti e la mitica caprese al limone del pasticcere Ragozzino. 
Stay Tuned :)





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